Matteo Abita, Danilo Di Donato, Alessandra Tosone, Renato Morganti
Dipartimento di Ingegneria Civile Edile-Architettura e Ambientale, Università degli Studi dell’Aquila

L’azienda Dalmine è uno dei principali protagonisti del settore siderurgico italiano sin dalla prima metà del XX secolo.I suoi tubi senza saldatura trovano vasta diffusione in vari campi dell’ingegneria, tra cui la costruzione di acquedotti e oleodotti, torri di telecomunicazioni e ponteggi in acciaio. La rapida riorganizzazione della rete produttiva e commerciale del secondo dopoguerra ne favorisce una nuova fase di crescita, che permette all’azienda di investire in ricerca e sviluppo per settori di mercato fino ad allora considerati meno redditizi. Seguendo l’esempio di alcuni concorrenti internazionali che avevano già sperimentano l’utilizzo di tubi d’acciaio per la realizzazione delle loro sedi, Dalmine avvia nuovi studi sulla potenziale applicazione dei suoi prodotti per la “costruzione di grandi edifici”. A tal fine incarica il proprio Centro Carpenteria Metallica di procedere alla definizione di soluzioni tecnico-costruttive in grado di superare le difficoltà nelle connessioni che ancora negli anni ’50 e ’60 gravano sulle strutture a tubi per l’edilizia, le cui unioni non riescono a garantire la stessa flessibilità consentita dai più tradizionali profilati a sezione aperta. Attraverso fonti documentali provenienti dall’Archivio della Fondazione Dalmine, l’articolo vuole ripercorrere le tappe fondamentali che hanno caratterizzato l’evoluzione delle tecniche costruttive basate sull’impiego dei tubi in acciaio, dalle fasi che ne individuano le prime sperimentazioni fino a quelle che ne sanciscono una matura affermazione.

1 INTRODUZIONE: IMPIEGO DEI TUBI DEI TUBI
DALMINE IN EDILIZIA NEL PRIMO NOVECENTO
I fratelli Reinhard e Max Mannesmann, produttori di lime in ferro vicino Düsseldorf, mettono a punto alla fine dell’Ottocento un innovativo processo di laminazione di tubi in acciaio, con l’obiettivo di evitare gli incidenti causati dalla fuoriuscita di gas ad alta pressione dai tubi realizzati tramite saldatura e normalmente utilizzati nell’industria dei motori a vapore [1]. Dopo la registrazione del primo brevetto nel 1886 e lo sviluppo, quattro anni più tardi, del laminatoio “a passo di pellegrino” che ottimizza il processo di produzione industriale, i Mannesmann fondano nuove fabbriche in Austria e in Germania e istituiscono la società Deutsch-Österreichische Mannesmannröhren-Werke AG. La crescente richiesta sul mercato internazionalenel periodo prebellico convince i vertici aziendali a espandere la produzione anche in Italia dove tra il 1906 e il 1911 realizzano a Dalmine un nuovo stabilimento, grazie al partenariato con la Smi – Società Metallurgica Italiana – e l’interessamento di alcuni politici locali [2].
L’entrata in guerra nel 1915 determina lo scioglimento del legame con la casa madre tedesca e il riassetto societario e organizzativo poco dopo la fine del conflitto. Grazie all’implementazione di due acciaierie e alla diversificazione dei prodotti, gli stabilimenti della Dalmine conoscono un periodo di lenta e progressiva crescita, a cui contribuiscono le accorte scelte imprenditoriali del nuovo gruppo dirigente, di cui fa parte Agostino Rocca [3] un’ingegnere milanese che è anche membro del direttivo dell’Iri, l’Istituto di Ricostruzione Industriale. È questo stesso ente nel 1933 a rilevare la Dalmine insieme ad altre società della siderurgia italiana, con l’obiettivo di sostenere e finanziare le attività di riconversione industriale. Fino al 1944, anno in cui Agostino Rocca lascia i suoi incarichi dirigenziali,i principali campi di applicazione per i tubi Dalmine sono gli impianti di distribuzione di fluidi, l’industria bellica e le costruzioni meccaniche, in particolare automobilistiche, aeronautiche, navali e ferroviarie. Il settoredelle “strutture metalliche”, meno rappresentativo rispetto ai precedenti, trova due principali ambiti di sperimentazione: la costruzione delle “torri tubolari” temporanee o permanenti; la fornitura di colonne per le strutture degli edifici [4].
Il primo ambito è rivolto alla realizzazione di torri a traliccio per gli impiantidi distribuzione dell’energia elettrica e «torri tubolari smontabili per costruzioni edilizie», che assumeranno successivamente le caratteristiche dei tradizionali ponteggi.[…]

Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche n. 4/2024