Arch. PhD. Serena Giorgi
Politecnico di Milano, Department of Architecture, Built environment and Construction engineering (DABC), Milano, Italia

L’architettura contemporanea si “costruisce nel costruito”, diventando strumento di valorizzazione di un luogo e del suo intorno. L’edificio Pichi 12, sorto ai confini della città consolidata milanese, è riuscito a integrarsi con il contesto preesistente rispettando tradizione e matericità, diventando, al tempo stesso, occasione di innovazione per la progettazione e la produzione edilizia.

UN PROGETTO LEGATO AL CONTESTO
L’architettura contemporanea deve confrontarsi con il patrimonio esistente, con la sua storia, la sua consistenza e le sue continue modificazioni, rispondendo alle esigenze di una società dinamica e in trasformazione.
L’edificio residenziale Pichi 12 (figura 1), progettato dallo studio Park Associati, è un esempio contemporaneo del “costruire nel costruito”, in quanto sorge all’interno della fascia di espansione urbanistica fuori dalla cerchia dei Navigli e delle mure spagnole (risalente al piano Beruto del 1889), dunque situato, oggi, in un contesto di particolare rilevanza e connessione tra il tessuto più antico della città di Milano e la più recente fascia edilizia periurbana.
L’area su cui sorge l’edificio Pichi 12 è, altresì, un’area già edificata, occupata da un’autorimessa di tre piani interrati, realizzata circa diciassette anni prima, dando origine ad un vuoto urbano che necessitava di essere ricucito. Ciò costituiva una particolare sfida per la realizzazione di un nuovo edificio, che doveva sorgere su un sedime edificato con precisi limiti strutturali.
Gli abitanti del luogo sono giovani professionisti, studenti che gravitano verso i poli universitari delle vicine sedi della Bocconi e della Nuova Accademia di Belle Arti, nonché piccoli nuclei familiari composti da due o tre persone.
Gli specifici ambiti storico, fisico/ambientale e sociale hanno dunque costituito il quadro delle regole entro le quali il progetto dello studio Park Associati si è dovuto esprimere.
Il progetto si presenta quindi come un’addizione urbana che determina un cambiamento positivo delle condizioni dell’isolato in cui si colloca, ricucendo il fronte della cortina edilizia e offrendo funzioni e servizi per l’abitare.
L’edificio si integra con il contesto cercando un’espressione compositiva in linea con la tradizione milanese ma, al tempo stesso risulta innovativo negli aspetti tecnologici e prestazionali, in quanto mirato alla riduzione del peso dell’edificio, alla riduzione degli scarti di costruzione, alla semplificazione dei processi costruttivi, e alla massima efficienza energetica della fase d’uso, attraverso soluzioni che garantiscano la riduzione dei costi di esercizio e il miglior comfort ambientale interno. Aspetto formale in continuità con la tradizione. […]

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