Ing. Emanuele Cagnolati, Ing. Loris Giovannini
Fagioli SPA – Sant’Ilario d’Enza (RE)

Con l’evolversi di soluzioni innovative nella costruzione di manufatti infrastrutturali come ponti o strade si è manifestata, in parallelo, anche un’evoluzione nelle tecniche ingegneristiche per ciò che strettamente concerne l’aspetto operativo dell’installazione degli impalcati metallici e in calcestruzzo armato.
Alle classiche metodologie di varo, quali per esempio il “varo a spinta” o il varo con mezzi standard di sollevamento con gru, si sono aggiunte nuove e innovative metodologie che hanno avuto come aspetti fondanti la ricerca di un innalzamento dei livelli di sicurezza nei cantieri, di una migliore efficienza, di un risparmio economico e di una riduzione dei tempi di esecuzione e di cantierizzazione.
L’innovazione prende le fondamenta dalla modularization (modularizzazione), un modello di construction che ha origine nel settore oil&gas e che sta dando un grande contributo al settore delle infrastrutture, anchegrazie all’operato dell’azienda Fagioli che svolge complesse attività in entrambi i settori da decenni. Un esempio dell’applicazione di questi modelli è dato dalle operazioni di varo dei ponti ad arco nell’ambito del progetto e della costruzione della nuova linea alta velocità Napoli – Bari.

 

 

1. INTRODUZIONE
L’azienda Fagioli di Reggio Emilia ha una lunga storia nella movimentazione e installazione di sezioni di ponte, tradizione legata, in particolar modo, all’uso di martinetti idraulici a recupero di cavi strand jacks con capacità per singola unità che varia tra 15 e 750 t. Le capacità di sollevamento pressoché illimitate di questi martinetti (se utilizzati in più unità) hanno reso possibile negli anni l’installazione di sezioni di ponte dal peso di migliaia di tonnellate. Uno fra tutti, ultimo in ordine cronologico, vogliamo ricordare l’installazione di sezioni fino a 2.000 t del nuovo ponte S. Giorgio a Genova, costruito dal consorzio PERGENOVA (Salini Impregilo, ora Webuild e Fincantieri Infrastructures).
Ma le variabili che definiscono il modus operandi e le attrezzature per il varo di ponti sono diverse e non si limitano “solo” al peso dei manufatti, ma includono anche fattori correlati alle conformità geografiche e infrastrutturali presenti nell’area, agli aspetti metereologici e a fattori “sociali e politici”, quali l’esigenza di concludere il progetto entro certe tempistiche. Le conformità geografiche della zona di varo influenzano le metodologie di varo in quanto gli spazi circostanti le pile possono rendere difficoltoso ed oneroso il premontaggio dell’impalcato in una zona limitrofa a tergo delle pile; si pensi, per esempio ad un ponte costruito in una zona urbana congestionata oppure in una zona montana con relative asperità. In questo caso, se non si vuole utilizzare la metodologia classica “stick built” in opera, bisogna ingegnerizzare il trasporto dell’impalcato da una zona di più semplice costruzione alla zona di montaggio finale. Anche gli aspetti metereologici e morfologici influenzano le metodologie di varo in quanto, per esempio, il montaggio “stick built” di un impalcato nell’alveo di un torrente potrebbe non avere adeguati livelli di sicurezza a causa di possibili inondazioni e piene di difficile prevedibilità.
Anche in questi casi si predilige il premontaggio dell’impalcato in una zona sufficientemente distante dall’alveo ed il suo trasporto fino alle pile. È il caso per esempio del varo del nuovo viadotto di attraversamento del fiume Magra che sostituirà quello crollato nell’aprile 2020. Il nuovo viadotto è costituito da una struttura con impalcato in acciaio e pile in cemento armato. È composto da quattro campate, due centrali da 90 m e due di riva da 54 m, per una lunghezza complessiva di 288 m, con schema statico a trave continua. Il premontaggio delle campate C1, C2, C3, C4, costruite dalla Fincantieri Infrastructure, aventi peso rispettivamente 289 t, 352 t, 534 t, 213 t, avviene nel cantiere secondario in zona Albiano e il trasporto delle stesse avverrà con mezzi semoventi fino alle pile definitive in alveo.[…]

Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche, n. 6/2021.

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