Quando questo numero di Costruzioni Metalliche arriverà sui vostri tavoli le feste si saranno concluse. Così pure i bilanci che inevitabilmente si fanno in questi giorni.
È stato un anno buono? La risposta è: si, per Costruzioni Metalliche è stato certamente un anno buono. Gli articoli sono cresciuti di numero e anche l’interesse con cui sono stati accolti e letti. Gli autori sono aumentati e sono arrivati a oltre 120! Tanti temi nuovi sono stati trattati. Anche gli inserzionisti sono aumentati, segno che il mondo dell’industria torna a riconoscere il valore della nostra rivista. L’acciaio, materiale antico ma ancora poco utilizzato dell’edilizia, ha tante cose da dirci, da farci scoprire.
È stato l’anno del congresso biennale del Collegio dei Tecnici dell’Acciaio. Circa 130 memorie, provenienti da tutta l’Italia, sono state presentate e discusse nei tre giorni del congresso milanese. Il gruppo dei collaboratori della rivista e della nostra Associazione si sta irrobustendo e molti sono i giovani che ora lavorano nell’organizzazione dell’attività formativa e propongono articoli sui loro progetti e sulle loro ricerche.
È sintomo di un gran fermento, nonostante la sensazione di crisi che attanaglia molti settori dell’industria ed in particolare l’edilizia. C’è bisogno di nuovi modi di costruire, più vicini a sistemi industriali e affrancati dalla tradizione, specie ora che l’attenzione si sposta su livelli qualitativi più elevati. Chi acquista una casa, chi costruisce un posto di lavoro vuole più sicurezza, maggior comfort, meno costi di gestione, più rispetto per l’ambiente. Cresce la richiesta di materiali facili da smaltire e riciclare o, meglio ancora, da riutilizzare. E in questo campo cosa meglio dell’acciaio? Riciclabile all’infinito, facile da costruire e montare, durevole e docile da accoppiare con altri materiali.
Come in tutti i periodi di crisi occorre sfruttare al meglio questi tempi per migliorarci. Lo vediamo in tutti i settori. L’automotive sta attraversando un periodo buio, ma siamo sicuri che si stanno preparando nuove modalità per muoverci meglio sia all’interno che fuori dalle città. Il mercato dell’energia sta cercando in tutti i modi di affrancarsi dalla dipendenza degli idrocarburi. Così sarà per le costruzioni. È stata la parte dove l’ingegneria ha mosso i primi passi e ancora è spronata a rinnovarsi per creare ambienti più belli luminosi confortevoli ed economici.
Per far ciò occorrono tante risorse umane che oggi, purtroppo, sono calate al livello di guardia. Serviranno molti giovani ingegneri che dovranno saper gestire i cambiamenti che si intravedono all’orizzonte. Questa è la sfida che ci sta davanti, questo è il dovere di chi lavora ed insegna in questo campo: trasmettere alle giovani generazioni la consapevolezza che il nostro è un lavoro nobile, utile alla comunità, che vale il doppio se è fatto con passione. Occorre far comprendere che non si fa l’ingegnere, ma si è ingegneri. Per quanto sarà nelle nostre possibilità cercheremo sempre di farlo capire.

La Redazione