Prof. Ing. Giuseppe Matildi, Dott. Ing. Valentina Antoniani, Dott. Ing. Stefano Isani
Matildi+Partners, Bologna, Italy
Dott. Ing. Marcello Mancone, Dott. Ing. Luciano Viscanti, Dott. Ing. Lorenzo Faeti
Politecnica – building for humans, Modena, Italy

Il ponte Leonardo da Vinci è uno dei più importanti attraversamenti del fiume Reno, a pochi chilometri da Bologna. Progettato da Bruno Bottau negli anni ‘50, il ponte attraversa il fiume con un arco di cemento di 144 m, la campata più lunga del suo genere al momento della costruzione. Dopo 70 anni di servizio, il ponte è stato chiuso al traffico nel marzo 2021 a causa del cedimento di uno dei cuscinetti. Il proprietario ANAS S.p.A. ha deciso per una ricostruzione immediata.
La ricostruzione è stata limitata all’impalcato, mentre l’arco di cemento è stato preservato come importante punto di riferimento. Questa scelta è stata presa non solo per i tempi stretti di ricostruzione, ma soprattutto per preservare l’aspettooriginale di una struttura così significativa. L’impalcato in cemento è stato sostituito con una nuova struttura metallica, più ampia rispetto a quella precedente e con un diverso comportamento statico. Al posto delle colonne verticali esistenti, puntoni inclinati con cerniera collegano l’impalcato agli archi di cemento. Di conseguenza, le spalle del ponte assorbono spinte di circa 1000 t ciascuna, mentre i giunti di dilatazione sono situati nella parte centrale dell’impalcato. Il ponte è pienamente conforme alle normative costruttive attuali, sia per azioni statiche che sismiche, con un’attenzione particolare alla durabilità per una vita utile prevista di 100 anni. Dopo solo un anno di lavori, il ponte Leonardo da Vinci è stato riaperto al traffico nel dicembre 2023.
Ciò è stato possibile grazie a un’analisi progettuale approfondita, insieme a uno studio attento delle problematiche costruttive. All’interno del sistema infrastrutturale italiano, il ponte si distingue come archetipo di un rapido restauro funzionale di una grande struttura, rispettoso della sua storia.Il ponte Leonardo da Vinci è uno dei più importanti attraversamenti del fiume Reno, a pochi chilometri da Bologna.
Progettato da Bruno Bottau negli anni ‘50, il ponte attraversa il fiume con un arco di cemento di 144 m, la campata più lunga del suo genere al momento della costruzione. Dopo 70 anni di servizio, il ponte è stato chiuso al traffico nel marzo 2021 a causa del cedimento di uno dei cuscinetti. Il proprietario ANAS S.p.A. ha deciso per una ricostruzione immediata.
La ricostruzione è stata limitata all’impalcato, mentre l’arco di cemento è stato preservato come importante punto di riferimento. Questa scelta è stata presa non solo per i tempi stretti di ricostruzione, ma soprattutto per preservare l’aspetto originale di una struttura così significativa. L’impalcato in cemento è stato sostituito con una nuova struttura metallica, più ampia rispetto a quella precedente e con un diverso comportamento statico. Al posto delle colonne verticali esistenti, puntoni inclinati con cerniera collegano l’impalcato agli archi di cemento. Di conseguenza, le spalle del ponte assorbono spinte di circa 1000 t ciascuna, mentre i giunti di dilatazione sono situati nella parte centrale dell’impalcato. Il ponte è pienamente conforme alle normative costruttive attuali, sia per azioni statiche che sismiche, con un’attenzione particolare alla durabilità per una vita utile prevista di 100 anni. Dopo solo un anno di lavori, il ponte Leonardo da Vinci è stato riaperto al traffico nel dicembre 2023.
Ciò è stato possibile grazie a un’analisi progettuale approfondita, insieme a uno studio attento delle problematiche costruttive. All’interno del sistema infrastrutturale italiano, il ponte si distingue come archetipo di un rapido restauro funzionale di una grande struttura, rispettoso della sua storia.

LA STORIA DEL PONTE LEONARDO DA VINCI
Nel 1951 la provincia di Bologna indisse un concorso per un attraversamento moderno del fiume Reno destinato a collegare il paese di Sasso Marconi – e la S.S. 64 “Porrettana” che lo attraversa – al nuovo casello autostradale della costruenda Autostrada del Sole, fornendo anche un collegamento stabile con la val di Setta sulla S.P. 325.
La sede individuata per l’attraversamento si situò immediatamente a valle della celebre Rupe del Sasso che dà il nome storico al paese prima del riferimento onomastico a Guglielmo Marconi, enfant du pays ed inventore della trasmissione radio.
In questo contesto, il nuovo attraversamento acquisì un carattere “speciale” nel panorama italiano dell’immediato dopoguerra, suscitando così l’interesse dei principali progettisti ita-liani. A concorrere ci furono, infatti, anche Pierluigi Nervi, Carlo Cestelli Guidi, Sergio Musmeci e Silvano Zorzi, ma il progetto vincitore fu quello del professor Bruno Bottau (1910-1983), docente di Costruzione di ponti all’Università di Bologna, che scelse di superare il Reno con uno schema ad arco a via superiore con luce di 144 m (figura 1).
L’opera venne realizzata tra il 1954 e il 1957 e fu, al momento dell’apertura, il più grande arco in calcestruzzo italiano, poi presto superato dal viadotto Aglio di Oberti sul valico autostradale tra Bologna e Firenze. […]

Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche n. 5/2024.