Prof. Ing. Giuseppe Matildi, Dott. Ing. Carlo Vittorio Matildi
Soci MATILDI+PARTNERS s.r.l. – Bologna, Italia
Dott. Ing. Paolo Barrasso, Dott. Ing. Federica Ricci, Dott. Ing. Alice Bertoncelli, Dott. Ing. Stefano Isani
Collaboratori MATILDI+PARTNERS s.r.l. – Bologna, Italia

Il secondo ponte sul fiume Tevere, con relativi raccordi stradali di collegamento fra la zona industriale Alto Tevere evia Bartolomeo della Gatta sul tracciato della via comunale dei Banchetti, è un asse stradale moderno con un elevato livello di servizio capace di soddisfare un ampio ventaglio di tipi di traffico (sia ciclabile-pedonale sia locale leggero sia industriale). Il processo progettuale è stato completo, dalla fase di progetto preliminare alla fase di progetto definitivo fino alla fase di progetto esecutivo concludendosi con la Direzione Lavori. La soluzione proposta, sia per le sottostrutture che per l’impalcato, ha permesso di relizzare un ponte con un impatto minimo sul territorio e in particolare sull’alveo fluviale in termini di strutture temporanee e tempi di esecuzione. Il nuovo ponte è una travata continua in acciaio-calcestruzzo che supera il Tevere con tre luci di 43 m + 58 m + 43 m ed una lunghezza totale di 144 m. La sezione stradale è un tipo F2 affiancato da un percorso ciclo-pedonale per una larghezza totale di 13,2 m. L’impalcato è sorretto da due travi in acciaio autopatinabile, con le anime inclinate di 38°, collegate da diaframmi reticolari mentre sulle spalle i diaframmi sono ad anima piena e permettono di aumentare la distanza tra gli appoggi, in presenza di una curvatura accentuata dell’asse stradale. Le travi hanno una altezza variabile tra 1,60 m (sulle spalle e nella mezzeria della campata centrale) e 2,8 m (sulle pile). Una controventatura reticolare inferiore configura il comportamento a cassone secondo Bredt; questa scelta, piuttosto rara in questo ambito di luci, nasce dalla presenza di un singolo appoggio sulle pile. Le pile hanno una sezione circolare molto ridotta di 2,4 m di diametro. Sono state definite, infatti, all’uopo di ridurre l’impronta a terra e minimizzare il loro impatto sulla corrente durante le piene severe del fiume.

INTRODUZIONE
Nel 2015 il Comune di Sansepolcro (AR) ha indetto una gara per la redazione della progettazione definitiva un nuovo attraversamento del Tevere. L’obiettivo principale dell’opera era quello di duplicare l’accesso alla città di Sansepolcro, su un tracciato alternativo a quello esistente lungo la strada statale SS73 “Senese Aretina”, primo attraversamento dopo la diga di Montedoglio e troppo sovente intasato, e di creare un collegamento viario moderno, capace di soddisfare un’ampia gamma di esigenze di traffico, ciò è a dire pedonale, carrabile locale o, infine, carrabile industriale.
Il progetto preliminare posto a base di gara partiva dall’analisi di tre alternative progettuali ovvero, una prima soluzione ad arco Langer metallico, in attraversamento dell’alveo, di luce pari a 90 m con viadotti di accesso laterali per lo scavalco delle zone golenali; questa soluzione era scartata perché incompatibile con gli importi a disposizione per l’opera.
Una seconda soluzione in acciaio-cls con cassone equivalente in acciaio ad altezza variabile su 5 campate con sviluppo complessivo pari a 143 m con una scansione delle luci pari a 22,50+21.50+42+28+29 m ed infine una terza soluzione con travi in c.a.p. a travata continua di altezza variabile su 5 campate, analoga alla precedente ma realizzata con travi prefabbricate in accostate ad altezza variabile. Quest’ultima soluzione era quella prescelta nella progettazione preliminare posta abase di gara. […]

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