prof. ing. Giuseppe Matildi, ing. Valentina Antoniani, ing. Alice Bertoncelli, ing. Stefano Isani
MATILDI+PARTNERS, Bologna, Italy
Oggi, sempre più spesso, i ponti non sono oggetti nuovi atti a rispondere a recenti necessità di connessione, ma sono ricostruzioni di opere già esistenti per un ampio florilegio di motivi che spaziano dalla carenza statica a quella funzionale, dall’insufficiente capacità sismica fino all’oggettiva indisponibilità dell’opera storica, come in questo caso, a causa di un subitaneo crollo. Il ponte di Albiano Magra è stata un’opera di grande rilevanza umana oltre che ingegneristica, essendo per oltre un secolo il collegamento essenziale ed unico a servizio della continuità territoriale di una comunità (comune di Aulla). Proprio il desiderio di rimarginare al più presto la cesura occorsa ha informato la concezione del nuovo ponte sul fiume Magra, laddove è stato possibile coniugare la disamina accorta delle tematiche tecniche e ambientali interferite con la velocità burocratica delle procedure governate da un regime commissariale. Due anni sono il tempo lodato per la ricostruzione del ponte sul Polcevera a Genova e due anni sono stati impiegati anche ad Albiano in una situazione critica, con mezzi ordinari in termini di facoltà di spesa, ma per fortuna meno drammatica, senza un costo di vite umane. In questo articolo si cerca di evidenziare alcuni dei motivi che hanno permesso, senza una particolare rilevanza mediatica, di ottenere questo risultato.
LA STORIA DEL PONTE
Il ponte di Albiano Magra ha garantito sin dall’inizio del ventesimo secolo la continuità territoriale del comune di Aulla (MS), posto in parte in sinistra orografica (capoluogo e Caprigliola) e in parte in destra (Stadano e Albiano); in precedenza la continuità era garantita solamente da incerti traghetti soggetti al variabile corso del fiume Magra, frequente teatro di piene improvvise e catastrofiche che hanno distrutto con cadenza preoccupante gli attraversamenti; non ultimo il vicino ponte di Stadano, un decennio fa. La necessità del ponte di Albiano Magra, sito geograficamente in Liguria, sorge infatti con l’unità di Italia quando fu attuato un accorpamento dei piccoli comuni di Albiano, Stadano e Caprigliola sotto Aulla e fu promesso un collegamento stabile, ovvero un ponte, attraverso il Magra.
Il ponte a cinque grandi arcate con luce di 51,5 m (tra le più grandi in assoluto all’epoca) fu progettato da Attilio Muggia, maestro di Pierluigi Nervi all’università di Bologna e precursore importante dell’uso del cemento armato in Italia. Il ponte di Muggia è rimasto in servizio per circa 40 anni, dalla sua inaugurazione nel 1908 fino alla fine del secondo conflitto, quando ha subito la demolizione parziale attuata delle truppe tedesche in ritirata, conquistando il curioso primato di essere forse l’unico ponte sul Magra a non essere distrutto dal fiume. La ricostruzione immediata, alla fine degli anni Quaranta, è stata eseguita rapidamente dalla medesima Impresa che ha costruito il primo progetto (Ing. Ferrari) secondo il disegno degli Ingg. Giannelli, Carè e Ceradini, tra i primi a portare la tipologia “Maillart” in Italia assieme ad aver realizzato alcune delle più celebri opere della Autostrada del Sole come i viadotti Pecora Vecchia, Poggettone e Caprenne. Essi progettarono ad Albiano una successione di archi a tre cerniere che ha permesso il recupero delle pile in muratura (figura 1).[…]
Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche n. 1/2023.