Ing. Daniele Borgogni | Libero professionista

AERICOLO PUBBLICATO NEL N.09 – 2022 DE “LO STRUTTURISTA” – Si ringrazia la rivista per la gentile concessione

Quando i carpentieri iniziano a costruire un ponte, quando i maghi esibiscono una cordicella sul palco, quando i bambini giocano a tiro alla fune e quando i funamboli clandestini installano un cavo, c’è sempre un momento in cui il filo penzola liberamente tra due punti, e sorride” (Philippe Petit)


Anno 251 A.C., Plinio il Vecchio narrava della realizzazione di un Ponte sullo Stretto di Messina, una struttura fatta di barche e botti vuote che sarebbe servita a trasportare 140 elefanti, sottratti da Roma ai Cartaginesi durante la prima guerra Punica. Quel progetto fu bocciato, perché l’opera avrebbe bloccato il passaggio delle navi. Cominciava così l’odissea della realizzazione del Ponte per unire la sponda della Sicilia con quella della Calabria.

Da quel momento, fino ai giorni nostri, Grandi Maestri Strutturisti si sono cimentati per trovare la soluzione al problema di cucire lo Stretto con un attraversamento stabile. Ciò che non viene ricordato è che il Ponte Sullo Stretto di Messina fu, di fatto, realizzato. Il primo attraversamento stabile, carico di storia, di progettazione, una narrazione scandita da ore di struggimento alla ricerca di soluzioni a problemi mai affrontati. Lo spirito che, tra Scilla e Cariddi, portò Ulisse a “seguir virtute e canoscenza” ed Enea a fondare Roma, animò un manipolo di Ingegneri e Tecnici alla realizzazione di questa grande Opera che univa l’Europa alla sponda sud del Mediterraneo. Un’Opera che il mondo intero ci invidiava e verso la quale guardava con ammirazione; un Ponte di Luce ed Energia: l’Elettrodotto sullo Stretto di Messina.

L’idea dell’attraversamento elettrico sullo stretto di Messina ha radici antiche e risale al primo dopoguerra, quando, in occasione del completamento degli impianti idroelettrici silani in Calabria, venne deciso di portare parte di quella energia in Sicilia, dove i bisogni erano elevati e le infrastrutture inadeguate, essendo gli impianti idroelettrici troppo costosi per la natura topografica e geologica del territorio.
Nel 1921 l’Ing. Vismara, Consigliere delegato della Società Generale Elettrica della Sicilia (SGES), propose l’allacciamento elettrico mediante la costruzione di un cunicolo sottomarino ma, a causa delle forti incognite economiche e tecniche, l’idea venne presto abbandonata. Nello stesso anno, l’Ing. Giuseppe Ferrando, della Società Meridionale di Elettricità, propose uno studio di massima per l’attraversamento dello Stretto con una linea aerea.
Nonostante il grande risalto mediatico, anche questa idea cadde nel dimenticatoio. Gli Ingegneri Jona ed Emanueli studiarono, poi, un ulteriore attraversamento sottomarino con i cavi elettrici poggiati direttamente sul fondo del mare. Tuttavia anche questo progetto venne accantonato a causa dei molti dubbi dovuti alle severe caratteristiche dello Stretto. Alla fine, l’idea dell’attraversamento aereo fu quella prescelta. Ottenuta la volontà politica di realizzare le torri e raggiunta la disponibilità economica, il primo passo verso la progettazione fu quello della scelta del sito. La soluzione più ovvia fu quella della zona di larghezza minima dello Stretto. Analizzati i diversi tracciati possibili, venne deciso di disporre la torre calabra sullo sperone di Torre Cavallo, che avrebbe consentito campate variabili tra i 3300 e i 3700 m (figura 1).
Il primo step fu quello di concentrarsi sul progetto delle torri. Poiché l’opera era, di fatto, qualcosa di mai tentato, si decise di coinvolgere, nella progettazione delle strutture, quelle che erano le più grandi Aziende Italiane depositarie del necessario Know How per affrontare una sfida di tale portata. […]

Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche n. 3/2024.

 

Il 22 gennaio 2020 i tralicci furono utilizzati per una impresa da brividi (assolutamente non autorizzata!): Un climber Polacco, del collettivo BNT psycho vlog 202, scalò uno dei piloni a mani nude senza l’ausilio di corde o protezioni, realizzando un video che è diventato virale in rete in tutta Europa. I 30 minuti di video, al di là dell’impresa, sono interessanti poiché è possibile cogliere da vicino alcuni particolari costruttivi della struttura ed il suo stato di manutenzione: