Marina D’Antimo
Steligence – ArcelorMittal Global R&D – Milan, Italy
Il settore delle costruzioni è pienamente coinvolto negli sforzi globali per mitigare il cambiamento climatico. Essendo il maggiore consumatore di materie prime ed energia primaria, contribuisce in modo significativo alle emissioni globali di anidride carbonica (CO2), circa il 40% a livello globale. Con le proiezioni sul raddoppio del patrimonio edilizio mondiale entro il 2060, l’impatto ambientale dei materiali da costruzione, in particolare l’embodied carbon ad essi associato, è destinato ad aumentare sensibilmente. Questo scenario sottolinea l’urgenza di una transizione verso pratiche costruttive sostenibili. L’acciaio, materiale fondamentale nell’industria delle costruzioni, gioca un ruolo cruciale in questa transizione. La sua sostenibilità, riciclabilità e adattabilità lo rendono un attore chiave nella riduzione dell’impronta di carbonio degli edifici. Tuttavia, il percorso verso la costruzione sostenibile passa per regolamenti chiari e condivisi e ad oggi, varia significativamente da paese a paese. In Europa, paesi come Francia, Inghilterra e Danimarca hanno stabilito regolamentazioni rigorose sulla sostenibilità e l’impatto ambientale del costruito, mentre l’Italia è in ritardo nell’attuazione di linee guida specifiche. Questo articolo esplora lo scenario attuale della sostenibilità nella costruzione in Italia, con un focus sull’acciaio, confrontandolo con le pratiche europee e analizzando il quadro normativo e le direzioni future per il mercato italiano. L’articolo offre inoltre una rapida panoramica sui materiali da costruzione alternativi che consentono di ridurre l’impronta carbonica delle costruzioni.
1. INTRODUCTION
The construction industry occupies a critical position in global sustainability efforts, particularly in addressing climate change. As one of the world’s largest consumers of raw materials and energy, the construction sector is responsible for approximately 40% of global carbon dioxide emissions. This immense environmental footprint stems from the extensive use of energy-intensive materials, including steel and concrete, and from the operational demands of buildings throughout their lifecycle. Compounding the urgency for change is the projection that global building stock will double by 2060, driven by population growth, urbanization, and infrastructure development. This expansion could contribute an additional 100-200 gigatons of embodied carbon emissions from materials alone, underscoring the immediate need for sustainable construction practices that minimize environmental impact at all stages of a building’s lifecycle.
Sustainable development in construction requires a double focus: improving energy efficiency during the operational phase of buildings and reducing embodied carbon from construction materials. Traditional efforts have concentrated on enhancing energy efficiency to reduce operational carbon, while embodied carbon-emissions generated from material extraction, processing, transportation, construction, and eventual demolition has received comparatively less attention. With energy systems increasingly transitioning to renewable sources, the proportion of emissions associated with embodied carbon is expected to grow, further emphasizing the need for sustainable materials and design innovations. Life Cycle Assessment (LCA) methodology plays a crucial role in evaluating and managing these impacts, providing frameworks for reducing carbon footprints across a building’s lifecycle. In Europe, the European Green Deal has set ambitious goals to decarbonize the construction sector by 2050, supported by initiatives like the Renovation Wave and the Circular Economy Action Plan. […]
Leggi l’articolo completo su Costruzioni Metalliche, n. 1/2025.
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